APPUNTI DI
ITALIANO
Il testo descrittivo
Può essere DENOTATIVO o CONNOTATIVO.
DENOTATIVO: dove l’oggetto, la persona è descritta in maniera
oggettiva, cioè senza aggiunta di parole e/o aggettivi e descrizioni personali.
CONNOTATIVO: si descrive in modo soggettivo (cioè con l’aggiunta
di pensieri e giudizi personali.)
Il testo espositivo
Esporre vuol dire illustrare, spiegare. Bisogna fornire dati
certi. Dati nel senso di informazioni, notizie. Si espone su qualcosa che si
sa.
Le ricerche devono essere proposte su due piani: in forma cartacea
(e/o digitale) e l’esposizione orale.
Il classico testo espositivo è quello scritto che risponde a
determinate regole. Come esempi abbiamo la ricerca e la relazione.
Come presentare un’esposizione: scrivere o dire, l’introduzione
del tema assegnato (si presenta sinteticamente l’argomento di cui si deve parlare).
È fondamentale citare le fonti da cui si è appresa la notizia. Si possono
scrivere anche le opinioni di personaggi autorevoli. Per maggiore completezza
si può suddividere il testo in paragrafi.
Schema:
-
Introduzione
-
Parte o corpo centrale (presentazione degli argomenti in ordine
cronologico o d’ordine d’importanza)
-
Conclusione
Il testo deve essere il più oggettivo
possibile.
L’approfondimento di un argomento
significa cercare più informazioni di quelle date.
Il personaggio
Di solito è semplice. I personaggi
possono avere diverse caratteristiche, a seconda di chi è il personaggio e di
solito, rappresentano l’animo umano. Possono essere personaggi semplici e
realistici o complessi ed eroici. Possono essere unidimensionali
(caratteristiche non definite), bidimensionali o pluridimensionali. I
personaggi non sono sempre protagonisti, ma possono essere anche deuteragonisti
e comprimari. Nella narrazione ci possono essere oppositori e aiutanti. A volte
il protagonista è da solo. Ci sono anche i personaggi che “rompono l’equilibrio
della storia”. Ci sono le comparse, cioè personaggi che hanno un ruolo
marginale nella storia. Personaggi semplici (o tipi: non cambiano mai le loro
qualità), o dinamici (mutano il loro comportamento).
Presentazione di un racconto
La fiaba (o altro genere)… di… (nome
dell’autore), se necessario, anche tratto dalla raccolta di…, illustra la
storia di… (protagonista). È (o sono)… (ragazzi, bambini…). Il protagonista
deve superare le prove e le difficoltà, con l’aiuto dei suoi aiutanti… (breve
riassunto della trama). Infine, scrivere sinteticamente la conclusione della
storia.
La fiaba
II secolo d.C.: s’iniziano a raccontarsi le prime fiabe e favole
(fabula milesia). Da qui parte un po’ tutta la narrazione moderna.
III secolo d.C., Apuleio scrive alcuni famosi romanzi
dell’antichità, come “Bella fabella”.
Come favola famosa c’è “amore e psiche”: in questi racconti ci
sono tutti gli elementi caratteristici della fiaba.
La fiaba è simile all’epica, perché hanno entrambi la tradizione
orale, sono alla base della letteratura e possono rappresentare delle scene mitologiche
e fantastiche. L’epica è per un pubblico più nobile, la fiaba per un pubblico
popolare.
Fabula milesia (=popolare): greca; Bella gabella: latina. L’uomo
ha sempre cercato di raccontare e ascoltare. Fabula: ordine cronologico degli
eventi. Intreccio: ordine con cui l’autore presenta gli eventi al lettore.
Nella fiaba si sovrappongono. La favola ha personaggi per lo più animali con
caratteristiche umane ed ha una morale.
Stilema: stile tipico dell’autore o del genere.
Tempo della storia: tempo in cui si svolge la storia. Tempo del
racconto: è il tempo impiegato dal lettore a leggere la storia, il tempo con
cui l’autore scrive la sua storia.
L’avventura
Nell’avventura si sente di più la spannung (momento di massima
tensione). L’origine si trova nella fiaba e nell’epica. Questo genere
letterario risponde al bisogno (attraverso la scrittura e/o film) di vivere
avventure e storie emozionanti. L’origine si può trovare nel VI-VII secolo a.C.
con Gilgamesh o l’Odissea. Ha comunque origini orali. La fabula milesia è anche
l’inizio del genere Avventura.
Si sviluppa poi la narrativa in prosa (tra I e II secolo a.C.), un
genere che gli antichi non conoscevano e che per noi è il romanzo.
I secolo a.C.: il SATYRICON DI PETRONION; ha tutte le
caratteristiche del romanzo d’avventura (tradizione latina). Nel romanzo
d’avventura i legami dove si svolge la storia cambiano, perché l’avventura
prevede uno “spostamento” (l’abbandono di un luogo per arrivare in un altro).
L’avventura si sviluppa lungo l’asse narrativo del viaggio. Il protagonista
deve muoversi per arrivare al suo obiettivo: il tesoro, la vincita di una
scommessa ecc. Si raggiunge un luogo non perché si vuole, ma perché in quel
posto c’è l’obiettivo, il premio finale.
XII secolo d.C.: la CHANSON DE
ROLAND.
Nel ‘400 c’è l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Nel ‘600 in
Spagna c’è il DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA. È un racconto tra il comico e il
tragico, quindi c’è un tono ironico. Questo romanzo si aggancia a una cultura
di origine popolare spagnola, la
PICARESCA.
Nel ‘700 in Inghilterra si sviluppa il romanzo d’avventura
canonizzato, cioè secondo le regole e circa com’è oggi.
Il ritmo narrativo della storia deve rispondere alle esigenze del
racconto. Dipende dai fatti. Sigmund Freud è il padre della psicanalisi di
oggi, con Einstein, padre della teoria della relatività, vissuto tra l‘800 e il
‘900.
Il racconto giallo
Il nome giallo deriva dal colore della copertina dei libri di
questo genere che pubblicava la
Mondadori nel ‘900 e, appunto aveva questo colore.
Un giallo deve avere: un delitto (o una sparizione che sconvolge
la storia), un detective (la persona che indaga sul delitto), ci deve essere
anche un approccio scientifico (il detective deve avere elasticità mentale e
analisi dei fatti) e il narratore fornisce dettagli descrittivi (di solito,
soprattutto sul detective e i paesaggi). Il padre dei detective è Sherlock
Holmes.
Negli anni ’50 dell’800 gli intellettuali vivono una crisi, perché
c’è un cambio di mentalità che fa si che non sono più loro al centro della
società, a causa della Seconda Rivoluzione industriale e alle tecnologie nuove
dell’epoca. Finché non si capì che il letterario poteva essere d’aiuto: con la
scrittura potevano produrre un “documento umano”. Il positivismo si basa su un
approccio scientifico della vita, cioè dimostrare le cose in modo scientifico.
Questo fa si che la scienza, con la scrittura, inventa storie che hanno collegato
il delitto e la scienza; un esempio è Sherlock Holmes.
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