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lunedì 31 marzo 2014

LA RELIGIONE GRECA

LA RELIGIONE GRECA

I Greci immaginarono gli dei e le dee belli ed immortali: vivevano sul Monte Olimpo e avevano una loro vita.
I Greci consultavano un oracolo (per questioni che riguardano guerra e politica), pensavano, infatti, che il dio parlasse direttamente attraverso la voce di una profetessa. 

Nella religione greca non esistevano libri sacri né dogmi. Gli uomini offrivano i sacrifici (consistenti nel fumo delle viscere degli animali immolati) nei templi e nei santuari dedicati loro. Alcuni riti si svolgevano in segreto: la loro pratica non era libera, ma richiedeva prima una particolare procedura di iniziazione.
I Greci avevano un senso profondo della libertà e della dignità umana; si sentivano responsabili della propria vita e non sottomessi alla volontà degli dei (a cui chiedevano qualche volta pareri e aiuti). Anche gli dei erano sottomessi al Fato.

Davide, Gianluca, Mario, Gianmarco.

Riassunto Storia


FILOSOFIA E SCIENZA

Il primo tentativo di indagare sui fenomeni della natura e di spiegare l’origine e l’ordine delle cose si ebbe nel Vl secolo a. C. e da allora fino a tutto il V secolo non ci fu una distinzione tra filosofia e scienza.

A partire dal V secolo, però, Atene divenne il principale centro di riflessione scientifica e filosofica. Qui giunsero Demòcrito di Abdera, che sviluppò una teoria secondo cui l’universo era composto da un’aggregazione di atomi (teoria atomistica), e Anassàgora di Clazòmene, che divenne ben presto amico di Pericle e suo maestro. Egli offriva spiegazioni puramente scientifiche e razionali per i fenomeni naturali e questo gli procurò l’accusa di ateismo.

L’unico grande filosofo a non vivere e operare ad Atene fu Empedocle di Agrigento, che si occupò dei fenomeni naturali, di cosmologia e di biologia, fu un grande oratore e un taumaturgo (cioè aveva la fama di saper operare guarigioni miracolose) e si attribuisce a lui la fondazione della scuola di medicina.


Ilaria Bernardis


LA SOFISTICA


I sofisti, “maestri di sapienza”, come Protàgora di Abdèra o Gòrgia, erano filosofi che, dal V sec a. C., iniziarono a dare lezioni a pagamento (scandaloso che un filosofo si facesse stipendiare) trasformando la filosofia in una professione e mettendo fortemente in crisi le idee tradizionali.

Con i sofisti apparve anche il relativismo: un movimento che parte dal presupposto che non esiste alcuna verità assoluta o che, comunque, questa non possa essere conosciuta dall’uomo. Nessuno può conoscere la realtà se non partendo da un punto di vista basato su sensazioni personali, soggettive. La ricerca dei sofisti è volta a cercare tante verità e non un’unica verità universale.

I sofisti in questo periodo fondarono molte scuole a pagamento per insegnare la retorica, la dialettica e per trasmettere agli studenti le loro conoscenze scientifiche, cosicché vennero criticati da altri filosofi e denominati con disprezzo da Senofonte come “prostituti della cultura” perché interessati più al denaro che alla ricerca della verità.


Lorenzo Zanet


L’ASTRONOMIA E LA MATEMATICA


La Grecia, ebbe due periodi prosperi: il periodo d'oro di Pericle e il periodo ellenistico, in quest'ultimo periodo l'astronomia visse un momento rigoglioso grazie ad Aristotele, Tolomeo e Ipparco. I primi due sono stati famosi per la teoria geocentrica mentre il terzo è stato il fondatore della teoria eliocentrica, arrivando persino a produrre come prova, già nell'antichità, quello che sarà noto come pendolo di Focault; ma Aristotele, essendo un grande filosofo e godendo di prestigio e potere, soffocò le sue dimostrazioni con la propria teoria, sostenendo che le teorie non serve dimostrarle, basta enunciarle. Questa teoria erronea sarà confutata soltanto da Copernico e Galileo Galilei a distanza di secoli. 
Nel campo matematico, invece, si ricordano i cinque postulati di Euclide che tutt'ora sono la base della geometria moderna. Si ricordano poi Pitagora, Archimede, e l'invenzione del primo motore a vapore della storia, usato dai Greci, ma presto inutilizzato poiché la manodopera degli schiavi era molto più economica.


Andrea Turchet; Gian Paolo Anastasia

LA CULTURA DELLA GRECIA CLASSICA (filosofia-letteratura-teatro) Ricerca di Bartoli Iacopo, Fantin Irene, Galassi Massimo e Odorico Martina.



LA LETTERATURA E IL TEATRO

La Letteratura greca, espressione dell'antica Grecia e della sua ricchissima cultura, è tra gli elementi fondanti di gran parte della cultura occidentale.
L'attività letteraria, nel periodo classico, si esprimeva  anche attraverso il teatro, con la rappresentazione di Tragedie, Commedie, Drammi satireschi, e la storiografia.

-La Tragedia

La rappresentazione delle tragedie avveniva dapprima ad opera di girovaghi nelle diverse piazze delle poleis, in seguito divenne un'esperienza comunitaria dalla quale il popolo traeva insegnamenti etici e morali.
I tre principali autori di tragedie furono: Eschilo, Sofocle ed Eurìpide, che raccontarono la storia di Atene dal trionfo sui Persiani fino alla sconfitta nella guerra del Peloponneso.
Aristotele mette a fuoco alcuni degli aspetti principali del genere della Tragedia attraverso una sua celebre definizione: “La tragedia consiste nella riproduzione di un'azione seria e compiuta, dotata di una certa estensione, composta in una lingua di stile elevato grazie a tutte le forme di abbellimento retorico in modo diverso in ciascuna delle parti che la compongono, rappresentata da personaggi che agiscono, e quindi non raccontata, capace di suscitare, attraverso la compassione e la paura, la purificazione di simili sentimenti”. Egli evidenzia l'importanza dell'imitazione, il contenuto “serio” (contrapposto a quello “ridicolo” della Commedia), la conclusione appropriata, la giusta lunghezza, l'equilibrio stilistico, la reazione del pubblico davanti agli aspetti drammatici della vicenda.

-La Commedia

La Commedia, nata in Grecia, al tempo della guerra del Peloponneso, viene divisa in tre fasi: la commedia antica, la commedia di mezzo, la commedia nuova.
Il maggior rappresentante della commedia antica fu Aristòfane, nelle cui opere prevalgono i problemi politici e culturali. 
La commedia di mezzo, di cui non ci sono pervenute testimonianze, era un genere di evasione e i cui temi erano raramente politici.
Con la commedia nuova entriamo nel periodo ellenistico dove si affrontano i problemi dell'individuo e non più della società.

-Il Dramma satiresco

La definizione Dramma satiresco deriva dal coro, costituito da attori vestiti da satiri, abitanti dei boschi, metà capri e metà uomini. I contenuti erano spesso simili ai temi trattati nelle tragedie, ma in una versione comica e divertente.

                                                                      
-La Storiografia

Una parte rilevante della cultura greca fu costituita dalla storiografia, cioè dalla produzione di opere storiche e dallo studio degli autori che le hanno scritte.
Gli storiografi principali dell'età classica sono: Erodoto, Tucidide e Senofonte.
Erodoto introduce il concetto della storia come insieme di tutti quegli eventi prodotti dall'uomo che hanno una ripercussione nel presente. La sua Opera viene divisa in nove libri dal titolo “Le Storie”, in cui affronta il tema della guerra tra Greci e Persiani, facendo ricerche personali.
Tucidide racconta la guerra del Peloponneso in prima persona dato che vi aveva partecipato come stratega all'inizio della sua carriera politica. 
Dopo aver subito una dura sconfitta, venne costretto all'esilio e qui compose l'Opera considerata ancora oggi un capolavoro. Fece, infatti, una ricostruzione minuziosa degli eventi, accompagnati da riflessioni di tipo politico sia personali che di altri personaggi. Il suo stile elegante e sobrio verrà imitato per molti secoli fino in età moderna. Il racconto della guerra del Peloponneso, interrotto da Tucidide, verrà ripreso dal suo successore Senofonte.
                                                                                
                                                                                                                             (Martina Odorico)
-Oratoria

L'oratoria è un genere letterario ed uno strumento di comunicazione che si sviluppò nella democratica Atene. In ciascuno dei momenti della vita pubblica della polis nasce una produzione specifica di discorsi ed emergono personaggi professionalmente dediti alla loro composizione. L'oratore diventa qui un protagonista della politica. I maggiori oratori furono Demostene, Lisia e Isocrate.

                                                                                                                                (Irene Fantin)

IL TEATRO

-Opere teatrali

Nei teatri greci venivano rappresentate Tragedie, Commedie e Drammi satireschi.
La rappresentazione delle tragedie divenne fondamentale per la comunità e acquistò sempre più un valore educativo. Il popolo infatti si trovava insieme e assisteva a rappresentazioni da cui veniva coinvolto emotivamente, traendo insegnamenti. 

I principali autori di tragedie furono Eschilo, Sofocle ed Euripide.
Eschilo è autore dell’unica tragedia di argomento storico rimastaci, “I Persiani”, nella quale viene rappresentata la sconfitta di Serse e della sua flotta a Salamina.
Sofocle affronta nelle sue tragedie temi religiosi mentre quelle di Euripide sono influenzate dalla corrente filosofica della Sofistica.
Ogni tragedia si componeva di diversi momenti: il prologo (prima scena), l’ingresso del coro, gli episodi recitati, intervallati da canti corali e l’esodo (ultima scena). Gli elementi costitutivi erano dunque due: i personaggi (sempre rappresentati da uomini), che indossavano maschere, e il coro.
Oltre alle tragedie, nei teatri venivano rappresentate anche commedie e drammi satireschi. Il maggiore rappresentate della Commedia fu Aristofane, le cui opere rappresentavano temi di attualità politica e culturale (critica della corruzione, delle lotte interne alla città).
Il dramma satiresco consisteva in un’azione giocosa, a lieto fine: era una sorta di conclusione leggera dopo le rappresentazioni tragiche. I contenuti erano attinenti ai temi delle tragedie, ma in una versione comica e divertente. L’unico dramma satiresco che ci è giunto per intero è “Il Ciclope” di Euripide.
                                                                                                                 
                                                                                                                                     (Iacopo Bartoli)

-La struttura del teatro greco

Il teatro divertiva, insegnava e costava molto poco, i poveri, poi, (per volere di Pèricle) assistevano gratuitamente.
Il teatro greco trae origini dalle primitive sistemazioni dei luoghi all'aperto in cui si svolgevano danze con rituali connessi al culto dionisiaco.
Un primo tentativo di costruzione a forma circolare si attuò durante il periodo di Gelone I e Dionisio III, a Siracusa.  Solo nel IV secolo a.C. si ebbero delle cavee interamente in pietra, come quelle di Epidauro, Atene, Corinto e Delfi; i resti monumentali di teatri greci che possediamo risalgono, però, essenzialmente al periodo ellenistico.
Il teatro greco risulta composto di tre parti: la cavea, l'orchestra e la scena. Nella parte più bassa, uno spazio circolare, che risultava avvolto dalle gradinate, detto appunto orchestra (dal verbo greco "danzare"), era destinato al coro.  
Dalla parte opposta delle gradinate, c'era la scena (skhnh, = "tenda") vera e propria, sopraelevata rispetto all'orchestra e limitata sul fondo e sui lati dapprima da elementi mobili, poi da costruzioni architettoniche fisse.
 Il pubblico invece si sedeva nella cavea (koi/lon), addossata ad un pendio naturale, su sedili concentrici e digradanti, scavati nella roccia, che scendevano fino al piano dell'orchestra.
Lo spettacolo durava dalla mattina al tramonto: le donne occupavano l'ultima fila in alto, mentre i giovani e le autorità sedevano vicino all'orchestra, gli altri cittadini nelle file intermedie.


                                                                                                                                  (Massimo Galassi)