LA NARRATOLOGIA e
MODALITA’ TESTUALI
LA COMUNICAZIONE
COMUNICARE = trasmettere le informazioni agli
altri.
Elementi
fondamentali dell’atto comunicativo:
·
EMITTENTE = chi emette il messaggio;
·
MESSAGGIO = ciò che è comunicato;
·
CODICE = il sistema di segni usato per
comunicare;
·
CANALE = il mezzo attraverso il quale si
comunica;
·
REFERENTE = ciò di cui il messaggio parla;
·
DESTINATARIO = chi riceve il messaggio.
Esistono due tipi di linguaggi:
· VERBALE = consente
di ottenere un numero potenzialmente infinito do messaggi;
· NON VERBALE = consente
di ottenere una comunicazione immediata, ma generalmente trasmette messaggio
non complesso.
TESTO VERBALE (un testo fatto di parole):
·
TESTO NON LETTERARIO (sono utilizzati per scopi legati
alla vita pratica e professionale) si divide in:
o
Informativo o espositivo = informa o dà spiegazioni su un
argomento in modo chiaro e oggettivo;
o
Descrittivo = descrive le caratteristiche di
qualcuno, qualcosa. Può essere di due tipi:
1. Denotativo
= è un testo in cui si descrive oggettivamente
le cose senza una descrizione personale;
2. Connotativo = è un testo in cui si descrive
soggettivamente le cose.
o
Regolativo o prescrittivo = prescrive norme o dà istruzioni;
o
Narrativo = racconta esperienze di vita,
avvenimenti o fatti di cronaca;
o
Argomentativo = sostiene un’opinione attraverso un
ragionamento convincente.
·
TESTO LETTERARIO (servono per raccontare storie
emozioni, idee, etc.) si divide in:
o
Narrativo = racconta in prosa una storia
(romanzo, novella/racconto, favola, fiaba);
o
Poetico = racconta in versi storie di eroi
(epica). Esprime in versi pensieri ed emozioni (lirica). Trasmette in versi
insegnamenti (poesia didascalica).
o
Teatrale = rappresenta una storia attraverso
personaggi, gesti, scene, musica, (teatro di prosa, teatro musicale).
GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI UN TESTO NARRITIVO:
·
La
storia = ciò di cui parla il testo;
·
La
fabula = l’insieme delle vicende
della storia disposte secondo un preciso ordine cronologico (prima/dopo) e
logico (causa/effetto);
·
L’intreccio = il modo in cui queste
vicende sono intrecciate e raccontate;
·
Le
sequenze = le parti in cui è
possibile scomporre il testo narrativo;
·
Il
narratore = chi racconta;
·
Il
punto di vista = la prospettiva
dalla quale sono raccontati i fatti;
·
I
personaggi principali e i personaggi secondari = gli “attori”
della storia;
·
Le caratteristiche dei personaggi = la
personalità, il linguaggio, l’aspetto fisico, il modo di comportarsi;
·
Il
tempo = la durata del racconto e
della storia;
·
Lo
spazio = i luoghi in cui si svolge
la vicenda;
·
Lo stile = le scelte espressive
dell’autore.
·
L’indizio = segnala qualcosa;
·
L’informante = elemento che dichiara senza dubbi.
·
Il
ritmo narrativo = dipende dai fatti
e serve a darci la tensione di quei momenti.
·
Il
contenuto narrativo = ciò di cui
parla il testo.
LA STORIA
La storia = un insieme di vicende reali o
fantastiche, attuali o passate, semplici o complesse.
Tutte le storie
presentano uno schema narrativo più o meno comune, in cui sono presenti
questi elementi:
→
Situazione iniziale = lo stato in cui si trovano i protagonisti all’inizio della
vicenda;
→
Rottura dell’equilibrio = l’evento che modifica lo stato della situazione iniziale;
→
Sviluppo della vicenda = è l’insieme delle peripezie e delle avventure che capitano
ai personaggi;
→
Spannung =
il punto di massima tensione della storia, il momento più difficile per la
sorte del protagonista;
→
Scioglimento = la fine delle peripezie dei personaggi;
→
Conclusione = la fine della storia, positiva o negativa.
INTRECCIO = il modo con cui lo scrittore
dispone gli eventi.
FABULA = la ricostruzione dei fatti narrati
secondo un ordine cronologico e logico.
Aneissi o flashback = una
tecnica che consiste nell’inserire nella narrazione il racconto più o meno
lungo di un fatto passato;
Prolessi o flashforward =
una tecnica che consiste nell’anticipare nella narrazione il racconto di un
fatti che accadrà dopo.
LE SEQUENZE = successione delle proporzioni di
testo più o meno lunghe.
Le sequenze possono essere:
·
Narrative;
·
Descrittive;
·
Dialogiche;
·
Riflessive;
·
Espositive.
NARRATORE E IL PUNTO DI VISTA
Il narratore = colui che racconta la
storia.
L’autore = la persona reale che ha ideato
e scritto la storia.
Esistono due tipi di narratore:
·
Esterno =
quando non fa parte della storia:
o
Personale o palese =
se interviene nella narrazione con giudizi, commenti, considerazioni, opinioni,
puntualizzazioni;
o
Impersonale o nascosto = se si limita a registrare
i fatti astenendosi da qualunque intervento.
·
Interno = quando fa parte della storia e
racconta gli eventi in prima o terza persona:
o
Protagonista ( io narrante )
o
Un altro personaggio ( narratore testimone )
FOCALIZZAZIONE o
il punto di vista = il grado di conoscenza che il narratore
possiede e l’angolo visivo dal quale racconta la storia.
Esistono tre tipi di focalizzazione:
·
Focalizzazione zero (narratore onnisciente)
·
Focalizzazione interna
·
Focalizzazione esterna
I PERSONAGGI :
·
Principali (protagonista);
·
Secondari ;
·
Antagonista principale nemico del protagonista;
·
Aiutanti = personaggi che stanno dalla parte
dell’eroe;
·
Avversari o oppositori = personaggi che stanno dalla parte
dell’antagonista.
PERSONAGGI:
·
Complesso = colui che ha tante caratteristiche;
·
Semplice = colui che ha poche caratteristiche;
·
Statico = non cambia mai le sue qualità;
·
Dinamico = se subisce mutamenti e
trasformazioni nel corso della storia;
·
Unidimensionali: detti anche monolitici
esemplificano un solo aspetto dell’animo umano. Di solito sono personaggi di
contorno nella fabula ma anche di rilievo per le azioni che fanno;
·
Bidimensionali: sono ben
caratterizzati ma tendono ad agire nello stesso modo;
·
Tridimensionali: sono i più
vicini alla complessità dell’animo umano.
IL TEMPO DELLA
STORIA = la durata degli avvenimenti narrati;
IL TEMPO DEL
ACCONTO = il tempo impiegato per narrare una storia.
Per accelerare
il tempo narratore utilizza:
·
Riassunto o sommario = il narratore sintetizza in poche
righe periodi di tempo anche molto lunghi;
·
Ellissi = il narratore salta periodi di
tempo, anche molto lunghi.
Per rallentare il
tempo narratore utilizza:
·
Scena = il narratore fa dialogare i
personaggi;
·
Pausa = il narratore riflette, descrive,
fa commenti e digressioni.
GENERI
AVVENTURA
Nel genere
d’avventura si trova:
·
Un eroe protagonista che affronta con il coraggio e lealtà
i nemici;
·
Un antagonista che è disposto a tutto per
ostacolare e danneggiare l’eroe;
·
Una ricca galleria di personaggi (pirati, cavalieri, cacciatori,
ecc…);
·
Pericoli di ogni tipo (trappole nascoste, spietati pirati,
tempeste violente… );
·
Luoghi esotici e/o inospitali (deserto, oceano, isole sperdute…);
·
Tesori nascosti (monete d’oro …).
Le storie d’avventura si sviluppano tutte in maniera simile
secondo lo SCHEMA NARRATIVO:
·
Situazione iniziale;
·
Rottura dell’equilibrio;
·
Sviluppo della vicenda;
·
Spannung;
·
Scioglimento della vicenda e
conclusione.
Nell’avventura
prevalentemente vincono i buoni.
LA STORIA
Le radici
dell’avventura si trovano nella
fiaba e nell’epica.
1° secolo d.
C. →
1° romanzo d’avventura → IL SATYRICON DI PETRONIO
↓
ha tutte le caratteristiche del
romanzo d’avventura
1400-1500
Ludovico Furiosto scrive il genere epico Orlando Furioso.
1600 Don
Chisciotte dalla tradizione orale passa alla tradizione picaresca e quando viene pubblicata l’opera di Servantos
nascono le narrazioni di tipo AVVENTURESCO.
1700
l’Inghilterra si espande più di tutti gli altri
↓
Un
popolo abituato al movimento
In Inghilterra si sviluppa il romanzo d’avventura cannonizzato = secondo cannone = secondo le regole =
cosi come lo troviamo ora.
1800 Avventura acquista molto successo.
FIABA
Gli
ingredienti fondamentali di ogni fiaba sono le peripezie – le strabilianti avventure dei personaggi – e il lieto fine, che pone termine alla
storia.
La fiaba ha
una morale che non è mai esplicitata, ma è ricavata.
Nella fiaba
ci sono presenti:
·
Elementi fantastici;
·
Personaggi realistici;
·
Luoghi incantati;
·
Tempi e spazi indeterminati;
·
Frasi e formule fisse.
Nel 1928 lo
studioso russo Vladimir J. Propp individuò lo schema narrativo della fiaba:
1. Situazione iniziale = lo stato in cui si trova l’eroe
all’inizio della fiaba;
2. Rottura dell’equilibrio = accade qualcosa che modifica la
situazione iniziale;
3. Peripezie = l’eroe deve superare una serie di
prove e vive incredibili avventure;
4. Conclusione = l’eroe trionfa e si ricrea una
nuova situazione d’equilibrio.
Propp individuò anche otto
ruoli fondamentali:
·
Eroe/eroina = il protagonista della fiaba;
·
Antagonista = nemico dell’eroe;
·
Il falso eroe/la falsa eroina = la persona che ricorrendo all’inganno si sostituisce
all’eroe;
·
Mandante = la persona che spinge l’eroe a fare qualcosa;
·
Mentore = la persona che dà consigli e doni
preziosi all’eroe;
·
Aiutante la persona che aiuta l’eroe nel superamento delle prove;
·
Il sovrano = il re che può essere amico o il nemico dell’eroe;
·
La principessa = il premio finale che eroe ottiene.
LA STORIA
La narrazione moderna prende origini nell’Epica. La fiaba è un genere letterario che nasce nel I/II secolo d.C.
La prima fiaba è la fabula milesia
che nasce a Roma e Grecia.
III secolo d.C. Apuleio scrive “La
metamorfosi”.
Dopo III secolo d.C. nasce “Bella fabella”
1500 → in Europa nascono le prime testimonianze scritte di fiabe.
1600 → fiaba diventa vero e proprio genere
letterario.
1800 → fratelli Grimm raccolgono le fiabe
A.N.Afanas’ev raccoglie
le fiabe russe più antiche.
1900 →V.Propp costruisce la morfologia
della fiaba
Italo Calvino pubblica
la raccolta “Fiabe italiane”
EPICA
EPICA è l’origine della letteratura.
Mito (mitòs = racconto, narrazione) sta
all’origine di tutto. Imiti sono delle storie che l’uomo ha tramandato
oralmente perché aveva bisogno di darsi selle risposte.
Ci sono
diversi tipi di mito:
·
Mito cosmogonico = mito che cerca di raccontarci la
nascita dell’universo;
·
Mito antropogonico = nascita e la morte dell’uomo;
·
Mito teogonico = l’origine della divinità = Gesù;
·
Mito eziologico = nascita delle attività;
·
Mito eroico = avventure, gli eroi.
Nell’antichità le civiltà avevano dei miti differenti, però
vi erano anche dei miti simili come ad esempio il mito del diluvio
universale.
PROTASI = versi in cui il poeta riassume i
fatti più importanti, gli eventi che mettono in moto la storia.
POEMA = fare, creare una lunga narrazione
in versi per una migliore memorizzazione, perché le persone erano destinati a
memorizzare i poemi e a recitarli. SODO = la persona che componeva il poema;
EDO = la persona che lo portava in giro e lo recitava e tutti gli altri lo
ascoltavano.
Il poema più antico è l’ILLIADE.
VIRGILIO → ha tradotto ENEIDE nel 1° secolo a.C.
↓
Prima propone la protasi
ma non c’è e non ci sarà l’invocazione e l’uomo discute questo tipo di
racconto.
EROI =
protagonisti = esseri che sono nati in connubio tra la divinità e l’essere
umano. Kalòs kài agazòs (bello e buono)
= l’insieme delle qualità che derivano dagli eroi che è anche il 50 % della
caratteristica umana.
Uomini =
servono a soddisfare i capricci degli dei.
Ospitalità =
il principio dell’antichità.
GIALLO
Il Giallo è
un genere letterario ed è un racconto poliziesco che ha:
·
Un delitto = l’evento che sembra irrisolvibile;
·
Un detective = il personaggio che riesce a
trovare la soluzione, ha un’elasticità mentale;
·
Molti dettagli delle abitudini del
detective.
·
Il movente = ciò che spinge qualcuno a compiere
un determinato geto.
Un esempio di film poliziesco è Criminal Mind.
LA STORIA
Nella
seconda metà dell’800 → positivismo →naturalismo
‘830 →realismo → romanticismo
1°
personaggio più famoso del genere è Sherlock
Holmes di Arthur Conan Doyle.
‘850 =
l’intellettuale vive una crisi, non è più di riferimento della società, finché
esaltando quel gusto per la narrazione realistica scopre che può essere utile
nella società ad una delle tante scienze: la scienze umana = lo scrittore può
produrre documento umano.
Positivismo = l’approccio scientifico della
vita; l’approccio entusiastico alla positività che l’uomo può migliorare
attraverso l’approccio scientifico, questo fatto porta a determinate scelte =
conoscenze scientifiche, metodi conduttivi.
REALISMO
Narrativa REALISTICA = tutto ciò che ci circonda, tutto
reale, tutto ciò che ci appartiene.
Realismo in ARTE = la realtà in se stessa, ma anche
può essere ciò che rappresenta la realtà.
Letteratura di tipo realistico = quando gli scrittori rappresentano
il mondo con cui si confrontano quotidianamente.
Nella
narrativa realistica:
(personaggi
realmente esistiti in certa produzione storica);
·
Personaggio è verosimile = ha precise caratteristiche per le
quali potrebbero essere reali. Presenta anche le caratteristiche della società
protagonista. Può essere attornato dai tipi;
·
Se
sono tipi o personaggi lo stabilisce l’autore;
·
Protagonista
= personaggio dinamico;
·
Vengono
messe in risalto le caratteristiche della società;
·
Personaggi
si scontrano con le difficoltà o problemi di carattere interiore;
·
Personaggi
e ambienti devono essere ben descritti;
·
Narratore
è in genere ESTERNO affidato al NARRATORE OGNISCIENTE il quale entra nella
vicenda con le PAUSE RIFLESSIVE dove spiega e commenta le vicende;
·
Narrazione
è in 3a persona ed è sempre OGGETTIVA e IMPERSONALE.
Nel NEOREALISMO =
il narratore sia in 3a che in 1a persona dà una visione fortemente orientata
dal punto di vista io narratore che non è sempre coincidente con l’autore se il
personaggio è verosimile, però io narratore dà una persona chiave
d’interpretazione.
LA STORIA
Prima metà
dell‘800 fa il suo esordio la narrativa
REALISTICA.
Scrivere,
leggere e intendere Realismo = tutto ciò che ci circonda.
realismo =
approccio all’arte dove prevale attenzione nella società che ci circonda.
Realismo =
movimento artistico, culturale e letterario
Anni 40 del
’900 = nasce neorealismo nella
letteratura e nel cinema.
Del realismo
ci sono due grandi maestri STANGAL e HONORE’ DE BALZAC.
GRAMMATICA
IL VERBO
Il verbo è quella parte del discorso che informa sul soggetto
della frase.
Il verbo ha:
·
La radice = contiene il significato del verbo;
·
La vocale tematica = ha la funzione di fornire
l’appoggio fonico tra la radice e la desinenza;
·
La desinenza = varia e indica molte informazioni
:
o
Persona;
o
Numero;
o
Tempo;
o
Modo = il modo in cui rappresento l’azione;
o
Aspetto (durativo = imperfetto, momentaneo o puntuale = passato remoto);
o
Direzione (attiva o passiva).
MODI FINITI ( si trovano nelle proposizioni principali e si coniugano):
·
Indicativo = indica, segnala una cosa certa;
·
Congiuntivo = serve a congiungere un enunciato a
un altro, esprime un dubbio, un augurio, un’ipotesi, un desiderio;
·
Condizionale = rappresenta l’apodosi del periodo
ipotetico e indica una condizione che può realizzarsi a patto che viene
realizzato ciò che c’è nella protasi;
·
Imperativo = ha una persona TU, ma due numeri
(TU, VOI) per le altre forme si utilizza il CONGIUNTIVO ESOLTATOVO.
MODI INDEFINITI (forme del verbo che non si coniugano):
·
Infinito = azione pura e semplice contenuta
nel verbo;
·
Participio = è della duplice natura: del verbo
e del nome;
·
Gerundio = indica un’azione in svolgimento.
Modo indicativo = il modo che indica una certezza, un evento certo.
I suoi tempi:
·
Presente = si usa per parlare di qualcosa
che succede ora, in questo momento o quando si parla di un’azione abituale o
un’azione che si prolunga nel tempo e non è ancora conclusa. Ci sono 4 tipi di
presente:
-presente di consuetudine = un’abitudine,
che si ripete nel tempo con regolarità;
-presente atemporale (atemporale
= senza tempo. Il termine atemporale ha la a- privativa = vuol dire che esclude
(toglie) ed è stata ereditata dalla lingua greca) = usato per dare definizioni
tecniche, scientifiche ed è usato anche nei proverbi;
-presente storico = indica un
fatto già accaduto ma per dare immediatezza si usa il presente;
-al posto del futuro = azioni che
accadranno sicuramente.
·
Imperfetto (in latino preteritum imperfectum)
= un’azione che si è svolta in un tempo passato, ma viene colta nel suo
svolgersi, nel suo farsi (aspetto durativo).
·
Passato prossimo = si usa per indicare un’azione
accaduta in un tempo vicino (al massimo ieri), oppure si usa per indicare
un’azione accaduta in un tempo lontano i cui effetti, però, perdurano ancora.
Si forma con il PARTICIPIO PASSATO + il PRESENTE DELL’AUSILIARE.
·
Passato remoto = indica azione avvenuta nel
passato e che non ha più effetti sul presente.
·
Trapassato remoto = (non si usa più molto) indica un
rapporto di anteriorità rispetto ad un passato remoto, un’azione accaduta prima
di un altro evento (si trova nella principale) espresso con il passato remoto.
Indica un fatto che è già concluso nel passato.
·
Trapassato prossimo = è un tempo che si trova sempre in
una preposizione secondaria, dipende dalla prima proposizione e indica
un’azione che si riferisce al passato accaduto prima di un’altra azione.
·
Futuro semplice = indica azione che sicuramente
accadrà in futuro, può essere anche usato:
-per un comando rivolto al futuro = futuro imperativo;
-esprimere stupore o un dubbio (valore dubitativo);
-valore concessivo.
·
Futuro anteriore = è un tempo che non si usa mai
nella principale ma nelle proposizioni dipendenti, in cui esprime anteriorità
rispetto proposizione sovraordinata in cui il tempo è il futuro semplice.
Modo congiuntivo = congiunge un
elemento del periodo all’altro.
Esprime dubbio, possibilità, incertezza. È un modo usato nella proposizione
secondaria, per esprimere una proposizione finale. Nella proposizione
indipendente esprime soggettività, dubbio.
I suoi tempi NELLE PROPOSIZIONI
INDIPENDENTI:
·
Presente = funzione indipendente quando esprime un augurio;
·
Imperfetto = esprime un desiderio, augurio, speranza, che non si sente come
realizzabile o come non facilmente realizzabile, illusione;
·
Passato = esprime un dubbio, possibilità riferiti al passato; proposizione interrogativa.
I suoi tempi NELLE PROPOSIZIONI DIPENDENTI:
·
Presente = azione espressa al presente o al futuro;
·
Imperfetto = esprime o l’anteriorità se c’è un tempo presente o contemporaneità se c’è
un tempo passato nella proposizione principale;
·
Passato = rapporto di anteriorità rispetto ad un presente o ad un futuro.
·
Trapassato = non c’è nella proposizione indipendente , si usa solo nell’irrealtà
quando si sottintende apodosi e si fa un desiderio che è un rimpianto.
CONDIZIONALE = sta nella proposizione reggente,
non esprime una certezza, ma indica un’opinione. Si usa nella proposizione
dubitativo – interrogativa e nella proposizione reggente del periodo ipotetico
(apodosi = ciò che deriva, discende) di quanto viene anticipato nella protasi –
sempre espressa al congiuntivo e introdotta da SE ipotetico. I suoi tempi sono:
·
Passato = esprime irrealtà, condizione, desiderio impossibili da realizzare;
·
Presente = irrealtà, rimpianto.
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RispondiEliminaLudovico Ariosto... Nella sezione Avventura... Hai scritto un'altra cosa :)
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