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venerdì 30 maggio 2014

L'ILIADE


L'Iliade narra alcuni episodi della guerra di Troia, combattuta tra Greci e Troiani. Abbiamo approfondito i seguenti brani:
  • Il brutto Tersite”, descrive la rabbia del malevolo Tersite che coglie l'occasione per denigrare Agamennone; infatti ,in un primo momento, egli da voce ai sentimenti degli Achei e, in un secondo, da loro dei vigliacchi. Immediatamente interviene Odisseo mettendolo a tacere.
  • Ettore, Andromaca e Astianatte”, racconta il dolce incontro tra Ettore e la moglie, la quale cerca di convincere l'eroe troiano a non combattere in quanto andrebbe incontro alla morte; a quel punto abbandonerebbe lei stessa e il figlio al doloroso destino della schiavitù.
  • La morte di Patroclo”,narra la morte di Patroclo, fedele amico di Achille, che dopo essere stato colpito dal dio Febo e ferito dal troiano Euforbo viene ucciso da Ettore che si appropria delle sue armi.
  • La morte di Ettore”, descrive la morte del grande Ettore per mano di Achille; quest'ultimo si accanisce contro il suo cadavere oltraggiandolo; lega il corpo al suo cocchio e lo trascina attorno alle mura di Troia.
  • In ginocchio da Achille”, racconta la supplica da parte del re troiano Priamo verso l'eroe Achille di riavere indietro il corpo del figlio a lui più caro; Priamo sa toccare le corde giuste di Achille mantenendo sempre l'autorevolezza di re e padre, riuscendo così a commuoverlo e a farsi restituire il cadavere.


L'ODISSEA


L'Odissea, poema di grande impatto, narra le vicende di Ulisse dalla fine della guerra di Troia al suo ritorno in patria. E' stata suddivisa in tre sezioni:
  1. La Telemachia, che narra le vicende di Telemaco, figlio di Odisseo e comprende i quattro primi libri che compongono il poema.
  2. L'Odissea, vera e propria che va dal 5° al 12° libro.
  3. Il nostos, che racconta il ritorno in patria di Odisseo e l'uccisione dei proci e va dal 13° al 24° libro.
Nostos + algos = nostalgia, che letteralmente significa dolore per il ritorno.
La figura di Odisseo nella letteratura è quella che ha riscosso più importanza, infatti molti autori ricordano nelle loro opere versi su Odisseo;
Egli è l'eroe versatile e dall'ingegno multiforme. E' un semidio,è forte,sa combattere, è colui che sa prendere la parola ed è dotato di grande ingegno che si manifesta anche nell'arte della parola.


-” La tela di Penelope”: in questo brano viene rivelato l'inganno di Penelope che attraverso la sua femminilità e l'arte della tessitura era riuscita ad ingannare i proci.
-” La ninfa Calipso”: in quest'altro brano la ninfa Calipso promette a Odisseo di aiutarlo a partire in quanto egli desidera tornare dalla moglie tanto amata; così facendo rinuncerebbe al dono dell'immortalità e all'amore per una dea.
-” La dolce Nausicaa”: questo passo racconta l'incontro tra Odisseo e Nausicaa, la quale ascolta le suppliche del naufrago.

Appunti di epica di Gianluca Lorigliola
L'ILIADE
L’Iliade è il primo poema riconducibile a Omero, racconta la guerra degli Achei contro i Troiani. L’eroe di questo poema è Achille, figlio di Peleo e di una ninfa. La vittoria per gli Achei è stata grazie, soprattutto, alla furia in battaglia di Achille che uccise anche Ettore , il guerriero più forte dell'esercito troiano.


L’ODISSEA
Racconta le avventure di Ulisse, dopo aver partecipato alla conquista della città di Troia, durante il suo ritorno a casa.
Il poema si suddivide in tre sezioni:
·        Telemachia: dove si narrano le vicende di Telemaco che diventato un giovane uomo parte alla ricerca del padre;
·        Odissea: dove Ulisse racconta le vicende e le peripezie da Troia fino al territorio del re Alcino;
·         Nostos: è la parte tipica e caratterizzante del racconto e narra il dolore per il ritorno a casa (nostalgia=nostos: viaggio e algos: dolore).

POEMA
Poema (dal verbo poiem, deriva la parola poema e poesia
E’ una lunga narrazione in versi. Il Poema era nato per essere ascoltata e quindi veniva raccontato oralmente.L’ODISSEA
Racconta le avventure di Ulisse, dopo aver partecipato alla conquista della città di Troia, durante il suo ritorno a casa.
Il poema si suddivide in tre sezioni:
·        Telemachia: dove si narrano le vicende di Telemaco che diventato un giovane uomo parte alla ricerca del padre;
·        Odissea: dove Ulisse racconta le vicende e le peripezie da Troia fino al territorio del re Alcino;
·         Nostos: è la parte tipica e caratterizzante del racconto e narra il dolore per il ritorno a casa (nostalgia=nostos: viaggio
I protagonisti sono gli eroi nati dagli Dei.
I PERSONAGGI DEL POEMA
L’eroe è Kalos Kai Agazos cioè bello e buono
Kalos è l’insieme delle qualità degli eroi per i genitori divini.
Agazos è rispettare la volontà divina.
Odisseo è l’uomo di multiforme ingegno.

APPUNTI DI EPICA DI GIANLUCA LORIGLIOLA
L'ILIADE
L’Iliade è il primo poema riconducibile a Omero, racconta la guerra degli Achei contro i Troiani. L’eroe di questo poema è Achille, figlio di Peleo e di una ninfa. La vittoria per gli Achei è stata grazie, soprattutto, alla furia in battaglia di Achille che uccise anche Ettore , il guerriero più forte dell'esercito troiano.


L’ODISSEA
Racconta le avventure di Ulisse, dopo aver partecipato alla conquista della città di Troia, durante il suo ritorno a casa.
Il poema si suddivide in tre sezioni:
·        Telemachia: dove si narrano le vicende di Telemaco che diventato un giovane uomo parte alla ricerca del padre;
·        Odissea: dove Ulisse racconta le vicende e le peripezie da Troia fino al territorio del re Alcino;
·         Nostos: è la parte tipica e caratterizzante del racconto e narra il dolore per il ritorno a casa (nostalgia=nostos: viaggio e algos: dolore).

POEMA
Poema (dal verbo poiem, deriva la parola poema e poesia
E’ una lunga narrazione in versi. Il Poema era nato per essere ascoltata e quindi veniva raccontato oralmente.L’ODISSEA
Racconta le avventure di Ulisse, dopo aver partecipato alla conquista della città di Troia, durante il suo ritorno a casa.
Il poema si suddivide in tre sezioni:
·        Telemachia: dove si narrano le vicende di Telemaco che diventato un giovane uomo parte alla ricerca del padre;
·        Odissea: dove Ulisse racconta le vicende e le peripezie da Troia fino al territorio del re Alcino;
·         Nostos: è la parte tipica e caratterizzante del racconto e narra il dolore per il ritorno a casa (nostalgia=nostos: viaggio
I protagonisti sono gli eroi nati dagli Dei.
I PERSONAGGI DEL POEMA
L’eroe è Kalos Kai Agazos cioè bello e buono
Kalos è l’insieme delle qualità degli eroi per i genitori divini.
Agazos è rispettare la volontà divina.
Odisseo è l’uomo di multiforme ingegno.

L'Iliade
L’Iliade è un racconto che narra le vicende della guerra di Troia, tra achei e troiani.

 “Achille e Agamennone si arrabbiano” parla di un litigio tra Agamennone che vorrebbe tenersi tutte le ricchezze della guerra e Achille che vorrebbe impedirglielo.

"Ettore, Andromaca e Astianatte" narra l'ultimo incontro tra Ettore sua moglie e suo figlio prima che Ettore muoia ucciso dagli achei.

" La morte di Patroclo" narra di Patroclo, con il consenso di Achille, va a combattere contro i Troiani con le armi di quest’ultimo. Viene scambiato per l’eroe acheo e muore per volontà del dio Apollo (che lo colpisce la prima volta), e da Ettore (che gli da il colpo finale).
 
L'Odissea
L’Odissea ha un eroe eponimo (l’eroe che dà il nome al poema come anche nell’Eneide).
L’eroe o protagonista è Odisseo (nome greco) o Ulisse (nome latino).
Odissea è il titolo del poema ma è diventato anche un nome comune; si   usa spesso per definire un viaggio che ha presentato particolari ostacoli.
In Odissea si narrano le avventure di Ulisse checerca di tornare in patria, ma purtroppo è ostacolato dagli dei.
"La tela di Penelope" ricorda il valore del rispetto della famiglia poichè Penelope procrastina la data delle nozze, perchè ella ritiene che il marito sia ancora vivo.
  
"La dolce Nausicaa" narra di Odisseo che, sbarcato su un isola, si chiede se la gente  di quel luogo sa parlare ( un simbolo di civiltà ). Lui decide di adulare la principessa per convincerla a lasciargli continuare il viaggio verso la sua patria.

Appunti di Epica di Martina Odorico - L'Iliade e l'Odissea

L’ILIADE
L’Iliade è un racconto che narra le vicende della guerra di Troia, tra achei e troiani.

Passi analizzati

Il brutto Tersite
In questo racconto viene mostrato il concetto greco di “bello e buono”. Quest’uomo è tanto brutto, sia per la sua fisionomia che per il carattere di questo personaggio. Infatti, quando ne ha l’occasione inizia a mettere in cattiva luce le persone, e così fa con le figure di Agamennone, Achille ed Odisseo.

Ettore, Andromaca e Astianatte
È uno dei passi più sentimentali del poema. Viene mostrato infatti il lato di padre e merito di Ettore, figlio del re di Troia, il cui compito è quello di difensore la città. Egli sa di andare incontro ad una morte sicura, ma è il suo destino (la Moira) ed ad esso non può sottrarsi. Prima della battaglia però, va dalla moglie e dal figlio a cui, con affetto paterno, augura un futuro glorioso quanto e più del suo. Andromaca non vorrebbe che Ettore andasse in guerra, ma che restasse al suo fianco in quanto ella non ha altri componenti della famiglia, se non suo marito: l’unico che, finché le starà accanto, la proteggerà dal diventare una schiava.

La morte di Patroclo
Patroclo, con il consenso di Achille, va a combattere contro i Troiani con le armi di quest’ultimo. Viene scambiato per l’eroe acheo e muore per volontà del dio Apollo (che lo colpisce la prima volta), e da Ettore (che gli da il colpo finale), al quale il morente predice il destino.

Morte di Ettore
Nel passo, si legge la vendetta di Achille, infuriato per l’uccisione del suo amico Patroclo. Egli uccide Ettore e fa scempio del suo cadavere, trascinandolo legato al suo carro, per poi spogliarlo delle armi e consegnarne il corpo esanime agli Achei.

In ginocchio da Achille
Priamo, padre di Ettore e re di Troia, si reca da Achille per implorarlo di consegnarli il corpo dell’amato figlio, cosicché possa dargli una degna sepoltura. Lo fa con grande arte oratoria, senza perdere la sua dignità di padre e di re, benché sia nella vergognosa situazione dell’implorare colui che ha tolto la vita a suo figlio. Achille, commosso dalle parole che gli vengono rivolte, si commuove, e consegna il corpo di Ettore a Priamo.

L’ODISSEA

L’Odissea è un poema che narra il viaggio di ritorno in patria del suo eroe eponimo (da cui prende nome) Odisseo (in greco, o Ulisse in latino).
L’Odissea è più conosciuta maggiormente rispetto all’Iliade, tanto che è diventata anche un nome comune, usato per indicare un viaggio particolarmente lungo o che ha presentato diversi ostacoli, come quello di Ulisse.

Il poema si divide in tre parti:
-la telemachia = i primi 4 libri / partenza di Telemaco (figlio di Odisseo) alla ricerca del padre;
-il nucleo telematico = dal 5° al 12° libro / narrati in prima persona da Odisseo che narra i suoi viaggi;
-e il Nòstos = dal 13° al 24° libro / che raccontano il viaggio di ritorno ad Itaca e l’uccisione dei Proci.

Odisseo è considerato un personaggio politropos = multiforme ( polis + tropos > molto + forma).
Nelle traduzioni recenti, è persona con:
-capacità di adattamento, assumendo un comportamento adeguato alle diverse situazioni;
-astuzia;
-ingegno;
-abilità di parola, con cui può ottenere ciò che desidera (nel bene e nel male);
(-capacità di combattimento, anche se non è la sua dote principale.)

Passi analizzati

La tela di Penelope
Ad Itaca si trova Penelope, sola contro i Proci, ossia dei principi che la chiedono in moglie. Ella però, nel buio della sua stanza, nasconde la speranza del ritorno di Odisseo.
È nella sua stanza infatti, che Penelope cela l’inganno: tessuto come la sua tela, che disfà ogni notte e rifà ogni giorno, promettendo che sposerà un Procio quando essa sarà conclusa.
I Proci infatti devono rispettare questa condizione, per rispettare i valori della morte (la tela deve coprire il corpo senza vita di Laerte, padre di Odisseo) e della famiglia e il lavoro di Penelope, che usa a suo vantaggio. Per questo motivo è considerata una donna saggia. Inoltre distribuisce speranza ad ogni pretendente senza promettere nulla.
Il titolo del sonetto è il primo verso, ciò vuol dire che sonetto non ha titolo. Nel sonetto i versi hanno quasi tutti la stessa lunghezza. Nella epica classica i versi hanno la stessa lunghezza metrica. Nella traduzione si cerca di mantenere i versi, ma questi non sono veri versi.

La dolce Nausicaa
Per volere di Poseidone, Odisseo naufraga nell'isola del re Alcinoo, dove viene trovato spoglio e sporco dalla figlia del re, Nausicaa. Col coraggio che le viene trasmesso da Atena, la fanciulla non prova paura vedendone l’aspetto e ascolta ciò che egli le dice, conquistandola con la sua capacità oratoria e paragonandone la giovinezza ad un germoglio.
Appena sveglio, prima dell’incontro con Nausicaa, l'eroe si domanda se la terra su cui si trova è abitata o selvaggia. Egli cerca un contatto con la civiltà, per il bisogno umano di comunicare.

La ninfa Calipso
Il brano parla dell’ossessione della ninfa Calipso che non si accorge dei bisogni di Odisseo. Ella vede solo i suoi sentimenti e la sua voglia di averlo con sé, non capendo il perché della sua voglia di tornare a casa e ad una vita mortale e incerta. Calipso impedisce ad Odisseo di partire e tenta di persuaderlo a rimanere in tutti i modi, ma alla fine è costretta a lasciarlo partire per volontà divina.

APPUNTI DI EPICA DI DALILA ZANINI PARTE II


IL PROBLEMA DELLE TRADUZIONI DEI TESTI IN PROSA

L’ILIADE

Verso la fine del’700 Vincenzo Monti, poeta e traduttore, traduce l’Iliade: la sua è una traduzione lontana dalla fedeltà del testo originale (in greco ha 4 versi con sobrietà del linguaggio lessicale). E’ un vero e proprio testo poetico.

Rosa Calzecchi Onesti, una tra i più grandi traduttori,i traduce il poema utilizzando tecniche della poesia, risultando così molto fedele al testo.

Marco Bonfiglio, letterato, traduce l’Iliade nel modo più fedele di tutti.

L’invocazione alla Musa protettrice viene tradotta e interpretata in modo diverso da ogni singolo autore. Presentiamo alcune differenze:
-IRA FUNESTA: Monti la traduce in modo poetico. Indica l’esito dell’ira;
-IRA ROVINOSA: R.C.Onesti traduzione del termine greco che che indica ciò che crea rovina, la qualità dell’ira e le azioni, quindi il processo.

-EROI GAGLIARDI, GIOVANI.
Monti utilizza l’espressione “molti, anzi tempo” e traduce la parola “vita” con “ALME” (alma=anima).

-ORRIDO PARSO: Monti aggiunge l’aggettivo “orrido” che nel testo greco non c’è.

Tutti gli autori prestano molta attenzione al non far perdere il filo al lettore, anche attraverso iterazioni, come l’iterazione della parola “ira” incontrata precedentemente.

IL BRUTTO TERSITE
In questo passo viene presentato il lamento di Tersite, zittito da Odisseo, abile nell’arte della parola.
Tersite, all’interno del poema, è un personaggio secondario, un tipo; in questo passo ha la funzione di mestatore, cioè quella di accendere gli animi dei Greci. Viene connotato molto bene nella direzione fisica: l’aspetto fisico aveva grande importanza all’epoca, infatti le bellezza rispecchiava la qualità intrinseca dell’intelligenza (gli eroi, infatti, sono kalos kai agazos= belli e buoni) e quindi era la firma/il segno dell’essere semidivino. Il brutto, al contrario, rappresentava la qualità di essere “cattivo”, di non essere dotata di acume, intelligenza.
Tersite ha tratti marcati di bruttezza, non solo del voto, ma dell’intero fisico: è zoppo, curvato, ha un aspetto ripugnante. Inoltre è una persona malevola, cioè prova piacere nel parlar male degli altri.
Nel passo questa sua caratteristica viene fatta prevalere: Tersite, infatti, non presenta le ragioni dei suoi compagni, bensì sparla male di Agamennone, il quale aveva messo alla prova la fedeltà dei sui compagni fingendo fosse giunta l’ora di ritirarsi. Naturalmente  le sue parole vennero accolte con sollievo, però avevano suscitato l’azione violenta di Tersite. Quest’ultimo però, in un secondo momento, comincia a inveire contro i suoi compagni, i quali li aveva appena difesi. Ma Odisseo, il quale è dalla parte di Agamennone, grazie alla sua capacità di dissuadere, è in grado di zittire con poche parole il brutto Tersite.

ETTORE, ANDROMACA E ASTIANATTE
Ettore è uno dei protagonisti dell’Iliade, re troiano ed eroe. Pur essendo consapevole che partire per la battaglia, avrebbe potuto portare la morte, non si ritira: la consapvolezza di correre il rischio è una caratteristica degli eroi.
Questo passo presenta l’ulitmo incontro tra Ettore e la sua famiglia: è uno dei momenti più toccanti, reali dell’intero poema, anche se tutti gli altri passi dovrebbero essere staccati dalla realtà. E’ un testo ricco di pathos= sentimento.
Le parole di Andromaca sono molto toccanti: come tutte le mogli di condottieri, nel momento in cui perdono il marito in battaglia hanno un solo destini, quello di divenire prigioniere e schiave del conquistatore. Ma non è questo che impensierisce Andromaca, infatti perdendo il marito perderebbe l’intera famiglia perchè lei è sola, ha solo il coniuge. Ettore risponde con consapevolezza, ma anche fatalismo perchè sa che nessuno può sottrarsi al Fato.

LA MORTE DI PATROCLO
Patroclo si fa prestare l’armatura di Achille e in battaglia, i Troiani, pensando fosse quest’ultimo, si gettano contro di lui.
Muore per volontà di Apollo, infatti è lui che lo colpisce per primo, poi segue il colpo d’asta di Euforbo ed infine il colpo mortale lo infierisce Ettore. Patroclo, in punto di morte, predice la morte di Ettore per mano di Achille: così avverrà, infatti Achille lo ucciderà in modo brutale, infierendo per diversi giorni sul suo corpo tre volte al giorno (rito funebre).

IN GINOCCHIO DA ACHILLE
Priamo, padre di Ettore, vestendo i panni di colui il quale ha perso l’ultimo figlio eroe, si reca alla tenda di Achille e implora la restituzione del corpo della prole. Questo fatto destò particolare stupore in Achille: viene definito un gesto folle, essendo quest’ultimo l’eroe più temuto.
Patroclo, nonostante avendo su di se la colpa del delitto, ha il grande coraggio di fare ciò. Ma la visita ad Achille e la sua richiesta, non fanno perdere lui la potenza ed il rispetto perchè è in grado di far prevalere la sua grandezza attraverso le parole che pronuncia. Achille restituirà il corpo in cambio di un compenso ricchissimo.

L’ODISSEA

L’Odissea è un poema più conosciuto rispetto all’Iliade. Il suo protagonista è un eroe eponimo (=che da’ il nome al poema), Odisseo o Ulisse.
Dal poema, il termine “odissea” è utilizzato come nome comune per definire un viaggio con ostacoli, difficoltà ( es. E’ stata un’odissea).
Nel poema si narrano le avventure di Ulisse (inventore del cavallo di Troia) che dopo aver partecipato alla conquista di Troia, deve tornare in patria, Itaca.
E’ diviso in tre sezioni:
-TELEMACHIA: i primi 4 libri; si narrano le vicende di Telemaco, figlio di Ulisse divenuto uomo, che parte alla ricerca del padre;
-ODISSEA: dal 5^ al 12^ libro; Odisseo narra in prima persona cosa gli è accaduto dalla partenza da Troia, quindi dal regno del re Alcino;
-NOSTOS (ritorno): dal 12^ al 24^libro; parte più tipica e caratterizzante . Nostos (viaggio)+algos(dolore)= nostalgia= dolore per il ritorno. In latino si esprime attraverso il termine “desiderium”.

L’Odissea è un poema di grande impatto, infatti la figura di Odisseo, nella letteratura, ha riscosso molto successo (ad esempio Dante scrive versi immortali nei confronti di Ulisse; Primo Levi scrive “il canto di Ulisse ci salva…”).

Achille è un eroe furioso, che uccide; al contrario Ulisse (semidio) è l’eroe politropos, l’eroe dall’ingegno multiforme. Alcuni traduttori moderni lo paragonano all’aggettivo “versatile”, colui il quale non si ferma di fronte agli ostacoli.
Odisseo sa usare molto bene le parole, sa affrontare ogni situazione.
Il suo ingegno si manifesta anche nell’arte della parola, che nell’antichità era molto importante, perchè dalla capacità di coinvolgimento delle nostre parole siamo in grado di ottenere ciò che vogliamo, nel bene e nel male.

LA TELA DI PENELOPE
Telemaco incolpa i Proci, i quali vogliono sposare Penelope, di aver avuto comportamenti scorretti verso di lui, così si arrabbia.
Antinoo svela l’inganno di Penelope, la quale si presume sia ormai vedova di Ulisse.
Ma lei utilizza come pretesto il fatto di dover terminare la tessitura della veste per il padre del marito, Laerte perchè se lei sposasse uno dei Proci, decadrebbe il suo dovere verso il suocero.
I Proci rispettano la sua decisione, perchè comprendono il valore della famiglia: il biasimo è una vergogna, infatti fino a quando il padre di Penelope non conderà il matrimonio, il suo dovere è verso la famiglia di Ulisse.
Penelope, regina, persona dedita alla tessitura, con pochi margini di libertà: deve sottostare alla volontà del padre, e dal momento in cui si sposa, a quella del marito, successivamente al suocero Aerte e al giovane Telemaco. Viene definita saggia da Odisseo, il quale ha ricevuto il dono dell’immortalità dalla Ninfa Calipso.
Essendo poco libera, non ha grandi possibilità di sfuggire a ciò che stava per capitarle e così utilizza le armi che possiede: il suo fascino verso i Proci. Illude tutti, ma non promette nulla a nessuno.
Nel passo si parla poco della “tela” , ma rappresentando completamente l’oggetto su cui è costruito l’imbroglio, rappresenta il nucleo su cui si fonda la vicenda.
L’inganno della tela, ovvero l’elemento narrativo, viene ampliato: la narrazione dei fatti è articolata, con molti particolari rendendola così un’opera narrativa da cui trarre il fascino. L’autore vuole stuzzicare la fantasia e creare immagini che possano ritrarre la scena nella mente dell’ascoltatore, attraverso espressioni particolari, superflue all’apparenza (es.”...con le fiaccole a lato…” : Penelope disfa la tela di notte, di nascosto, non alla luce del sole. Le fiaccole rappresentano la speranza di Penelope che Odisseo sia ancora vico, che però iene nascosta dentro di se).
Nel testo prevale l’elemento narrativo: il testo poetico ha la caratteristica di dover essere guardato ( spazio occupato nella pagina, quanto e come. Con Ungaretti il titolo del sonetto è sempre il primo verso).

LA DOLCE NAUSICAA
Odisseo, accorto oratore, deve narrare ciò che gli è capitato. Lascia la ninfa Calipso e si mette per mare, ma ha contro una divinità e così naufraga a Scheria, dove regna il re Alicno. La figlia del re, Nausicaa, lo trova assieme alle ancelle, mentre giocano a calcio.
Odisseo, poco lucido, si chiede ove sia capitato, se sia una terra ospitale o tra uomini non giusti, e se fosse capitato in un luogo abitato da uomini che hanno un linguaggio, essendo quest’ultimo l’elemento distintivo degli uomini.
Odisseo è curioso di vedere il nuovo territorio, infatti non lascia che il timore sopravvalga alla curiositas e alla necessità.
Per indicare la forza di cui Odisseo ne è la prova, si usa una similitudine: “mosse come un leone…”, “...avanza battuto dalla pioggia e dal vento..” indica la caparbietà, la forza, la determinazione del leone, il quale cerca di mangiare anche in un recinto, in un luogo meno sicuro. Il significato di ciò è che anche chi è forte, robusto ha delle necessità e in virtù di queste non si lascia intimidire dagli ostacoli.
Agli occhi delle ancelle, Odisseo appare brutto, ma si rivolge a Nausicaa con parole dolci, accorte: nel dialogo c’è captatio benevolentie, cioè le parole sono giustamente dosate, senza esagerazioni.
La dea Artemide è famosa per la sua bellezza e purezza: è questo il motivo per cui Odisseo paragona Nausicaa alla divinità, la cui giovinezza viene espressa con il termine “germoglio che muove alla danza”. In questo caso l’autore mescola due sensazioni: un germoglio è fermo, ma contiene un movimento di bellezza (si schiude), quindi la danza è racchiusa in se.
Odisseo è rispettoso nei confronti di Nausicaa, ma nonostante ciò è costretto a chiedere informazioni,  è la necessità.
Il loro discorso si conclude con l’augurio, una regola della retorica.

Zanini Dalila

Epica (Gianmarco Mores)

EPICA

Mito= racconto/narrazione (l'inizio di tutto)
Era una storia sacra spesso a carattere fantastico.
Tutti i popoli antichi inventavano questo tipo di storie per dare una spiegazione degli avvenimenti allora inspiegabili; per questo esistono: 
  • MITI COSMOGONICI (raccontano della nascita dell'universo);
  • MITI ANTROPOGONICI (raccontano la nascita dell'uomo);
  • MITI TEOGONICI (raccontano la nascita degli dei);
  • MITI EZIOGONICI (raccontano solitamente l'origine delle attività economiche);
  • MITI EROICI (raccontano le imprese eroiche di uomini straordinari).

L'EPICA CLASSICA

EPICA vuol dire narrazione, parola. 
L'epica classica parlava delle imprese degli eroi. E' il genere letterario più antico, e per questo veniva tramandato oralmente, grazie a persone come AEDI o RAPSODI, poeti che recitavano alle corti reali o nelle piazze queste storie. In seguito queste narrazioni vennero rese scritte. 


IL PROEMIO

E' diviso sommariamente in due parti:
  1. L'invocazione di una musa, per sostenere lo sforzo del poeta;
  2. La protasi, che parla delle ragioni o del fulcro della vicenda.


POEMA

Dal lat. POEIN= creare attraverso la fantasia. 
E' scritto in versi, per facilitarne la memorizzazione. I personaggi principali sono gli eroi (nati da uomo+dio), che sono "kalos kai agazòs" (dal greco: bello e buono, bello perché sono per metà dei, buono per volontà divina).



FIGURE RETORICHE

SIMILITUDINE: un paragone tra cose, immagini, uomini introdotto di solito da "come", "simile a"...;
ANASTROFE: mutazione del consueto ordine delle parole;
ENJAMBEMENT: la frase inizia in un verso e finisce in quello successivo;
ANAFORA: un gruppo di parole si ripete più volte nella composizione;
ALLITTERAZIONE: ripetizione di suoni vocalici o consonantici all'interno do parole vicine tra loro;
SINEDDOCHE: si estende o restringe il significato di una parola, si indica la materia di cui è composto il prodotto al posto del prodotto stesso;
METONIMIA: avviene uno scambio di nome: l'effetto al posto della causa, il contenete al posto del contenuto, l'autore al posto dell'opera,...;
IPERBOLE: l'esagerazione di un concetto o un pensiero.

Appunti di Epica di Kseniya Lyulchak



Odissea
L’Odissea ha un eroe eponimo (l’eroe che dà il nome al poema come anche nell’Eneide).
L’eroe o protagonista è Odisseo (nome greco) o Ulisse (nome latino).
Odissea è il titolo del poema ma è diventato anche un nome comune; si   usa spesso per definire un viaggio che ha presentato particolari ostacoli.
In Odissea si narrano le avventure di Ulisse che dopo le sue avventurre deve tornare in patria, ma non arriva.
Il poema si divide in:
·       TELEMACHIA = costituita da primi 4° libri del poema;
·       NUCLEO TEMATICO = Odisseo narra in 1° persona le proprie vicende(5-12 libro);
·       Nòstos = (13-24 libro) è il ritorno, è il più famoso.
Algos = dolore;
nòstos + algos = nostalgia che letteralmente significa il dolore per il ritorno (in latino desiderium = nostalgia).
Odissea è un poema di grande successo. Nella tradizione letteraria la figura di Odisseo ha avuto molto successo. A lui dedica dei versi Dante. Ulisse è un eroe politropos = multiforme ( polis – molto/tanto; tropos – forma). Nelle traduzioni attuali politropos – persona versatile – persona che riesce ad adattarsi, può adottare un comportamento adeguato alle diverse situazioni e non si ferma. Ulisse sa combattere, ma non è questa la sua caratteristica principale, sa prendere in mano la situazione, è dotato di un grande ingegno che si manifesta nell’arte della parola.
Nel mondo antico è tutt’ora importante perché dalla capacità di convincimento delle parole, le persone sono in grado di ottenere ciò che vogliono, questo è vero nel bene e nel male.


LA TELA DI PENELOPE
Nella letteratura in un poema tradotto si può perdere il fascino poetico, però rimane il contenuto, il messaggio.
In questo poema si parla di Penelope. La tela può diventare l’oggetto del titolo perché la tela rappresentando completamente l’imbroglio diventa il nucleo su cui si fonda la vicenda.
In questo brano emerge molto il valore della famiglia che tutti rispettano.
Dal punto di vista dei contenuti, la Penelope è colta nella sua attività  (tessitura). Penelope non sa con certezza che Odisseo è morto e quindi questa è una realtà che lei deve accettare, lei è anche definita con l’aggettivo “saggia”. Penelope non ha delle grandi possibilità di muoversi liberamente e quindi sceglie di utilizzare le armi che ha:
1.    Gioca sul suo fascino illudendo tutti ma non promettendo niente a nessuno;
2.    Ampia la sua astuzia attraverso l’arte (la tessitura).
L’elemento narrativo è ampliato da una narrazione più articolata dai fatti perché l’episodio è narrato attraverso i particolari. Si tratta dell’opera narrativa e il gusto del narrare. Raccolti che devono essere ascoltati, narratore deve creare delle immagini che devono rappresentare la scena e devono risvegliare la fantasia dell’ascoltatore.
Far qualcosa alla luce del sole – far qualcosa agli occhi si tutti.
Il gesto di Penelope di disfare le fiaccole di notte indica la speranza che suo marito sia vivo, ma le fiaccole le disfa di notte, quindi questa speranza Penelope se la tiene per se.


Il titolo del sonetto è il primo verso, ciò vuol dire che sonetto non ha titolo. Nel sonetto i versi hanno quasi tutti la stessa lunghezza. Nella epica classica i versi hanno la stessa lunghezza metrica. Nella traduzione si cerca di mantenere i versi, ma questi non sono veri versi.




LA DOLCE NAUSICAA
Odisseo prende congegno dalla ninfa Calipso e la lascia. Ulisse viene sbattuto per mare e naufraga sull’isola Scelia e viene trovato dalla figlia del re Nausicaa che con le sue ancelle era andata a fare il bucato e nel frattempo le sue ancelle giocavano a carte e i loro giochi svegliano Ulisse. Odisseo poco lucido è stato naufragato e si chiede dov’è capitato, il primo dubbio che li viene è se si trova in una terra ospitale oppure tra gli uomini selvaggi, prepotenti, oppure se lì ci abitano solo le creature divine.
Per indicare la forza che viene dal bisogno, l’autore ricorre a una similitudine: un leone che spinto dalla necessità si muove con il coraggio, avanza sbattuto dal vento – la forza, maestà del leone supera gli ostacoli.
L’eroe ha la caratteristica della bellezza, ma Odisseo naufragato si presenta brutto e le ancelle fuggono e rimane solo Nausicaa.
Ulisse fa un discorso a Nausicaa e usa delle parole giuste. La giovinezza di Nausicaa viene rappresentata attraverso un germoglio. Germoglio che muove alla danza - un movimenti che accoglie la grazia. Il discorso si chiude secondo le regole della retorica – dopo la richiesta arriva l’augurio.
A volte nella poesia ci sono delle informazioni che nel episodio non potrebbero servire, ma in realtà sono degli elementi che servono a rappresentare l’episodio.

Appunti di epica di Lorenzo Zanet


L’Iliade è il primo poema riconducibile a Omero, narra la guerra degli Achei contro i Troiani. L’eroe di questo poema è Achille, figlio di un essere umano e di una ninfa. La vittoria per gli Achei è stata grazie, soprattutto, alla furia in battaglia di Achille, l’acheo più forte tra gli achei, il colpevole della morte del guerriero più forte dell’ esercito avversario: Ettore.

 

“Achille e Agamennone si arrabbiano” parla di un litigio tra Agamennone che vorrebbe tenersi tutte le ricchezze della guerra e Achille che vorrebbe impedirglielo.

 

“Il brutto Tersite” racconta di un atto di ribellione e di opposizione contro i potenti nato da un’ assemblea per incoraggiare i guerrieri a combattere quando un guerriero iniziò a sparlare. In questo passo la bruttezza fisica descritta da Omero di Tersite è la causa anche della bruttezza interiore dello stesso guerriero che viene poi zittito dalle parole di Ulisse.

 

“Ettore, Andromaca e Astinatte” è il “titolo” di un passo che narra il saluto, l’addio di Ettore che deve combattere contro Achille, alla sua famiglia e la tristezza che lascia alle sue spalle prima della battaglia. È un passo dove sono presenti i sentimenti di amore più profondi, dove, però, l’amore si scontra con gli obblighi di un principe e quindi con gli impegni che comportano.

 

“La morte di Patroclo”: narra la morte dell’amico più fidato di Achille, Patroclo che indossa l’armatura di Achille e si getta nella battaglia. Stordito dagli dei viene poi colpito dai Troiani e ucciso da Ettore. Negli attimi appena precedenti dalla sua morte, Patroclo predice a Ettore la sua morte per mano di Achille, per poi esalare l’ultimo respiro.

 

“La morte di Ettore”: narra la morte del più forte dei Troiani, Ettore, figlio di Priamo. Su di lui si scatena l’ira di Achille per la morte di Patroclo. Morto Ettore, Achille lo trascina legato al suo carro per poi spogliarlo dalle sue armi e dare il suo corpo agli Achei.

 

“In ginocchio da Achille”: parla di Priamo che si addentra da solo in territorio nemico per chiedere ad Achille il corpo del figlio per dargli una degna sepoltura. Priamo si inginocchia ad Achille ma non infanga la sua condizione di sovrano, non si fa umiliare da Achille. L’acheo si commuove e esaudisce le richieste del vecchio Priamo consegnandogli il corpo di Ettore.

 

L’Odissea è uno dei due più famosi poemi dell’antichità, scritto da Omero, narra le peripezie di Ulisse dopo la guerra contro Troia fino al suo ritorno in patria.

L’ Odissea si può suddividere in tre sezioni narrative :

·       La Telemachia, parla della partenza di Telemaco, figlio di Ulisse alla ricerca del padre (libri I-IV);

·       L’Odissea, dove Ulisse narra le proprie vicende (libro V-XII);

·       Il Nóstos: il viaggio di ritorno di Ulisse a Itaca e l’uccisione dei Proci (libri XIII-XXIV).

Ulisse o Odisseo è definito “multiforme” o anche “versatile” per via del suo ingegno che manifesta sia nella parola che nelle azioni.

Nelle realizzazione di un poema come l’ Iliade o l’Odissea bisogna rispettare delle precise regole compositivi che non sempre vengono mantenute, poi, in una traduzione dove, però, possiamo lo stesso captare il contenuto, ricevere il messaggio dell’autore e conservare un certo livello retorico.

 

                      

“La tela di Penelope”: racconta la situazione a Itaca durante l’assenza di Ulisse e l’inganno che mette in scena per non sposare uno dei Proci. Il telo che lei tesse ogni giorno servirà a coprire Laerte, il padre di Ulisse, quando sarà morto. Questo mette in risalto il rispetto sacro che ha penelope per i famigliari e lo stesso rispetto che hanno i Proci cosicché non interferiscono nel suo lavoro.

Nonostante Penelope, tessendo, sia “costretta” a uno stato di libertà limitata, riesce ad essere più libera utilizzando il suo fascino e la sua astuzia. Di notte disfa il lavoro del giorno così da riuscir ad ingannare per un periodo tutti i Proci.

 

“La ninfa Calipso”: questo testo parla della ninfa Calipso che innamorata perdutamente di Ulisse gli impedisce di lasciare la sua isola nonostante lui ogni notte pianga la sua terra e la sua moglie. Ulisse riesce, però, a lasciare l’isola con l’aiuto degli dei che costringono la ninfa a lasciarlo partire.

 

“La dolce Nausicaa”: Ulisse si trova naufrago nell’isola dei Feaci dove Nausicaa e le sue ancelle lavano i panni vicino alla spiaggia.

Quando si sveglia decide di andar a parlare a Nausicaa, l’unica ragazza non fuggita dalla vista del uomo grazie al coraggio infusole da Atena. Ulisse riesce sa parlarle e a convincerla a dargli dei vestiti.

Viene paragonato a un leone affamato perché come esso non è interessato all’impressione che farà ma è la necessità che lo spinge ad agire.

Appunti di Epica di Bartoli Iacopo

L'ILIADE

Nell'Iliade si raccontano i passi della distruzione di Troia. Ecco alcuni passi.
"Il brutto Tersite": gli viene affidato il compito di riaccendere gli animi dei Greci. Di lui prendiamo in considerazione la sua bruttezza, che nell'antichità indicava sia quella interiore che fisica. 
Una sua caratteristica è che non appena ne ha la possibilità, inizia a parlar male di qualcuno, è malevolo, e così comincia a degradare Agamennone e gli stessi Greci.
"Ettore,Andromaca e Astianatte": è uno dei passi più toccanti del poema. Ettore, figlio del re di Troia, sa che andando a difendere la città, sarebbe andato incontro a una morte sicura. Così si reca dalla moglie e dal figlio a cui augura un futuro prospero. La donna non vuole che il marito parta, perchè sa che lui è l'unico uomo che la può salvare dalla schiavitù.
"La morte di Patroclo": Patroclo, con il consenso di Achille, va a combattere contro i Troiani ma, identificato come l'eroe acheo, muore per volontà del dio Apollo ,che lo colpisce alle spalle, e da Ettore, del quale il giovane ne prevede il futuro.
"Morte di Ettore": Achille, infuriato dalla morte del suo amico, uccide Ettore e fa scempio del suo cadavere agli occhi dei suoi famigliari.
"In ginocchio da Achille": Priamo, padre di Ettore e re di Troia, si reca da Achille per chiedere il corpo del suo ultimo figlio, senza perdere però la sua dignità di padre e di re. Egli sta affrontando una grande vergogna, dato che supplica l'assassino di suo figlio, e così Achille si commuove lascia all'eroe Troiano un morte dignitosa.

L'ODISSEA
Questo poema è più conosciuto dell'Iliade, narra i viaggi Odisseo, o Ulisse, verso la sua patria. Odisseo è un eroe eponimo (dà il nome al poema), è politropos (multiforeme), è dotato di astuzia, ingegno e abilità di parola, con cui si può ottenere quello che si vuole (nel bene e nel male).
Il poema è diviso in tre sezioni: Telemachia (vicende di Telemaco), Odissea (i veri e prorpi viaggi di Odisseo) e il Nostos (ritorno di Ulisse a Itaca).
Ecco alcuni passi.
"La tela di Penelope": racconta l'inganno di Penelope ai Proci. La tela rappresenta l'imbroglio e così diventa il nucleo su cui si sviluppa la vicenda., deve essere usata per coprire il corpo del deceduto Laerte. I proci quindi rispettano i principi di morte e di famiglia e aspettano, fino a quando il padre di Penelope non consenta un altro matrimonio.
Lei non parla mai direttamente, svolge solo la tessitura, la quale indica una poca libertà, dovuta anche dal fatto che dipende dal volere del padre e che verrà sostituita da un futuro marito o dal figlio. Tuttavia col suo fascino riesce al illudere tutti, promettendo ma non dando niente.
Nel passo sono presenti delle immagini articolate, per esempio il disfare e il rifare la tela indica la speranza, e il disfarla sotto la luce delle fiaccole e non di giorno indica l'imbroglio.
"La ninfa Calipso": grazie al volere degli dei e alla sua abilità di parola, Odisseo riesce a lasciare la Ninfa Calispo per avviarsi verso la patria.
"La dolce Nausicaa": a causa di Poseidone, l'eroe viene colpito da una tempesta e naufraga nell'isola del re Alcinoo. Viene ritrovato spoglio e sporco dalla figlia del re, Nausicaa, la quale però non prova paura alla vista del suo aspetto. L'eroe si  chiede subito se si trova in un'isola abitata o selvaggia, cerca la civiltà per comunicare e qui si rispecchia un'altra sua caratteristica, la tentazione, tanto che viene paragonato a un leone sicuro che non si ferma davanti agli ostacoli.
Grazie alla sua abilità di parola Odisseo riesce a conquistare la fanciulla. Utilizza parole dolci ed esprime la giovinezza di Nausicaa a un germoglio quando si schiude.