Translate

lunedì 15 dicembre 2014

Appunti Capitoli 7-8 Promessi Sposi

Siamo alla sera del 10 novembre. Intorno alla casa di Lucia e Agnese ronza della gente, i bravi mandati da Don Rodrigo che ha ordito il rapimento di Lucia per quella sera, detta "la notte degli imbrogli". A parte ciò, nella città si sente un'atmosfere tranquilla, don Abbondio è a casa sua che legge un libro e per la città tutto è come deve essere. 
Viene spiegato il piano degli sposini e dei complici: Agnese distrae Perpetua parlandole di voci che girano su di lei e pian piano la porta fino in un vicoletto da dove non si può vedere la casa del curato, mentre gli altri, cioè Renzo, Lucia e i testimoni entrano furtivamente nella dimora. Il gruppo entra di corsa nella stanza di don Abbondio, Renzo dice la frase di rito mentre Lucia viene scaltramente bloccata dal curato, che la avvolge nella tovaglia della tavola. Nella stanza del curato succede di tutto: Lucia rimane pietrificata dalla paura, Don Abbondio che cerca di andare alla porta e gli altri che fanno caos. 
Intanto Manzoni ci propone una riflessione (rr. 139-145): una riflessione universale che spiega da differenza tra l'apparenza e il reale: non sempre la realtà è come ci viene mostrata (ad esempio viene messo in risalto che la chiesa, o più precisamente la figura di don Abbondio, crolla e si ridimensiona, per il fatto che "presti" i soldi o dal modo in cui si è rivolto a Tonio). Infatti vuole che il popolo prenda più consapevolezza dei propri oppressori, e vuole dare il suo contributo offrendo "L'interessante" come spunto per riflessioni (è l'unico modo che aveva per aiutare la comunità, dato che soffriva di agorafobia). 
Ritornando alla narrazione, Don Abbondio si affaccia alla finestra per chiedere aiuto, e viene sentito dal sagrestano (r. 155-ss.), un personaggio del tutto secondario e anche "grottesco", il quale, per non immischiarsi in affari che non lo riguardano, suona le campane a martello, segno di emergenza per la comunità, svegliandola interamente. Fortunatamente i bravi, sentito il suono delle campane, scappano e ritornano da Don Rodrigo a mani vuote. Il gruppo viene a sapere dell'intrusione dei bravi grazie a Menico, che di ritorno da Pescarenico passa davanti alla casa di Agnese e Lucia e li vede. 
Il capitolo si chiude con una sequenza, non narrativa o descrittiva, ma "lirica", ricca di pathos, pronunciata da Lucia mentre insieme a Renzo e Agnese scappa in barca. Questa lirica, estrapolata dal contesto in cui giace, è proprio bella, ma inserita nelle parole di Lucia si sente un certo stridore, dato dal fatto che Lucia non userebbe mai un registro linguistico del genere.

Nessun commento:

Posta un commento